(La famosa storia di L. F. Baum raccontata in rima)
In una piccola fattoria
abitava Dorothy con lo zio e la zia.
Un giorno…un tornado strappò la casa dalle fondamenta.
Dorothy, stai attenta!
La bimba, per salvare il suo cagnolino Totò
non giunse in tempo al riparo e con la casa se ne volò.
Atterrò in una meravigliosa landa
si guardò in giro e spontanea fu la domanda:
-Chi sono quelle minute creature
con turchesi capelli e calzature?
– Chi è l’anziana signora
che si avvicina proprio ora?
Era del Nord la strega buona
di bianco vestita e senza corona.
Ella spiegò alla bambina disorientata
che era precipitata sulla malefica strega dell’Est e l’aveva ammazzata,
ma se a casa voleva tornare
dal potente Oz doveva andare.
Le diede un bacio che l’avrebbe protetta
così partì verso la città degli Smeraldi in gran fretta.
Ai piedini indossava le scarpette d’argento
dell’ormai defunta strega dell’Est e se vi dico che sono magiche non mento.
Iniziò il viaggio, sul sentiero di mattoni gialli,
tra colline e splendide valli.
Dopo un po’ Dorothy giunse nei pressi di un campo di grano,
lì vide qualcosa di davvero strano.
Un fantoccio di paglia tra le spighe stava
sembrava finto ma invece si muoveva e parlava.
Un curioso Spaventapasseri che si disperava
perché un cervello desiderava.
– Posso venire con te dal potente Mago
per chiedere l’intelligenza,
ti prego sciogli questo spago.
Decisero di proseguire insieme il cammino,
un nuovo amico Dorothy aveva vicino.
Un rumore improvviso risuonò nella foresta fitta,
un omino di stagno si lamentava con la schiena dritta.
La ruggine lo aveva bloccato
e nessuno lo aveva aiutato.
Dorothy lubrificò le sue giunture
e il Boscaiolo di Stagno lentamente poté assumere tutte le posture.
La Perfida Strega dell’Est con la sua bacchetta
aveva fatto un maleficio alla sua accetta.
-Non potrai mai stare con la donna amata
perché ogni tua parte sarà tagliata!
Pezzo dopo pezzo il suo corpo divenne di stagno
e perse anche il cuore sotto un castagno.
Desideroso di provare di nuovo dei sentimenti,
si unì al gruppo confidando in Oz e nei suoi incantesimi potenti.
Il viaggio della strana compagnia proseguì,
finché nel bel mezzo della foresta uno spaventoso verso si udì.
Un’enorme creatura gli balzò addosso
ma Dorothy iniziò a picchiarlo a più non posso.
Il Leone Codardo iniziò a piagnucolare…
disperato dalla sua mancanza di coraggio
volle anche lui parlare col mago saggio.
Un campo di papaveri si doveva ora attraversare,
ma la soporifera essenza li fece addormentare…
Dorothy fu trasportata in salvo in un istante
ma il leone era troppo pesante.
Tra l’erba alta dei movimenti attirarono l’attenzione,
un gatto dava la caccia ad un topino in una veloce azione.
Il Boscaiolo di Stagno senza cuore
con un colpo di accetta uccise il predatore.
Il topino salvato era la Regina dei Topi di Campo
con i suoi sudditi salvò il leone in un lampo.
Dorothy e i suoi compagni
bussarono alla porta della città degli Smeraldi,
aprì un guardiano che strani occhiali gli fece indossare,
senza non si poteva entrare!
Straordinari furono i colloqui con il mago potente,
che ogni volta appariva con un aspetto differente
a Dorothy e Totò comparve come una testa rotante.
Allo Spaventapasseri si mostrò come una dama danzante.
Al Boscaiolo di Stagno si presentò come un mostro gigante,
invece al Leone Codardo si palesò come una sfera fiammeggiante.
Per esaudire i loro desideri solo una cosa dovevano fare:
uccidere la perfida Strega dell’Ovest e il suo popolo liberare.
I quattro amici ripresero il cammino
in cerca della strega dell’ovest e del suo dominio.
La Perfida Strega con il suo unico occhio potente
vide l’arrivo dei nemici e già si sentiva vincente.
Con il suo berrettino magico le Scimmie Volanti chiamò,
così Dorothy e i suoi amici catturò.
Dorothy divenne parte della servitù,
e pensò che a casa non sarebbe tornata mai più,
ma il giorno in cui la strega tentò di prendere la sua scarpetta
arrivò la sua salvezza.
Furiosa Dorothy le gettò un secchio d’acqua
e la strega dell’Ovest si sciolse tutta e non fu più una minaccia.
Giunti alla Città degli Smeraldi scoprirono che
il Grande Oz non era altro che un prestigiatore,
arrivato lì con una mongolfiera senza motore.
Mantenne però la parola data
ed esaudì ogni singola richiesta presentata
La prima fu quella dello Spaventapasseri.
La sua testa venne riempita di paglia, spilli e aghi,
si credette intelligente e i suoi pensieri non furono più vaghi.
La successiva fu quella del Boscaiolo di Stagno.
Il suo torace fu forato
e un cuoricino d’argento vi fu agganciato
L’ultima fu quella del Leone Codardo.
Il coraggio lo bevve sotto forma di pozione
e si senti un intrepido leone.
L’ultima impresa, la più ardua,
fu di riportar Dorothy a casa sua.
Dopo tre giorni, il mago ebbe un’idea
poteva usare una mongolfiera!
Ma il giorno della partenza non riuscì a salire sul pallone volante
e ogni pensiero divenne sconfortante.
L’unica possibilità per esaudire il desiderio della bimba
era di camminar fin nelle terre della Fata Glinda,
del regno del Sud sovrana buona
che nessuno mai abbandona.
Disperati chiamarono le Scimmie Volanti per la terza ed ultima volta,
e finalmente dalla fata Glinda Dorothy fu accolta.
Per far ritorno nel suo paese del vento
bastava battere tre volte i tacchi delle scarpette d’argento.
Dorothy si rese conto che già possedeva
ciò che era necessario per avere ciò che chiedeva!
Prese in braccio il piccolo Totò
e un, due e tre, di tornare a casa desiderò.
In un volo attraversando l’alba
Dorothy giunse a casa sana e salva.
Autrice: Paola Capozzi